Trascrizione di Una risposta al presidente degli Uberti

29/07/22, 00:33 Una risposta al presidente degli Uberti – VERA E FALSA NOBILTÀ
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VERA E FALSA NOBILTÀ
“Perché sono un signore e signori si nasce; e io lo nacqui, modestamente!” (Totò, nel film “Signori si nasce”, 1960)
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Update: E un’altra cosa, presidente: sospettiamo fortemente che lei abbia fatto violare il nostro computer dai suoi uomini. Le chiediamo rispettosamente dismettere. Certe cose i gentleman non le fanno. Tale bassezze non sono degne dilei. Lei è una persona pubblica, ha assunto pubblicamente alcuni titoli nobiliari. Accetta, quindi, le critiche con coraggio! Smettela di agitarsi tanto, smettela di cercare disperatamente di scoprire chi siamo e cosa vogliamo! Nessuno è obbligato a crederla sulla parola e a considerarla nobile. Lei non è Dio e la critica nei suoi confronti non è una blasfemia. Tutti hanno il diritto di esprimere lapropria opinione, purché lo facciano civilmente. E noi l’abbiamo fatto.
 
Visto che Pier Felice degli Uberti ci fa l’onore di rispondere sia all’articolo che lo riguarda, sia a quello in cui abbiamo analizzato i cinque “titoli di conte” del signor Charles Anthony Gauci, riteniamo doveroso rivolgere una replica al presidente degli Uberti:
1) Lei, presidente, afferma che l’articolo “Pier Felice degli Uberti, la corsa per lanobiltà” è diffamatorio. Non lo è. Si tratta di una semplice opinione scientifica, scritta nello stile più gentile possibile, sui titoli nobiliari che lei rivendica.
2) Lei, presidente, sostiene che l’unico scopo del nostro sito è quello di attaccarla. È falso. Charles Gauci l’ha seguita, seguiranno anche altri: Ottaviano de’ Medici, Paolo di Giovine, Charles Said-Vassalo, Stephan Heinrich von Yordan, Luciano Francesco Silighini Garagnani Lambertini ecc…
3) “Perché?” – potrebbe chiedere. Lei, presidente, in numerose interviste, apparizioni pubbliche e articoli, ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di smascherare i falsi nobili e le loro pretese. Il suo mentore, Vicente de Cadenas y Vicent, ha scritto lo stesso, nel primo numero della rivista “Hidalguía”. Citiamo da Wikipedia: “En 1953, fundó la revista ‘Hidalguía’, con el objetivo particular de impugnar genealogías falsas, títulos falsos y pseudo-órdenes de caballería”. Noi stiamo perseguendo lo stesso obiettivo.
4) È vero che il nostro tentativo letterario – “La vitta notturna del Tasso” – ha come personaggio un individuo ispirato da lei. Ma ci sono anche molte differenze. Lei è solo il punto di partenza, non l’obiettivo di questo romanzo. Lei è quello che deve essere stato per Umberto Eco la persona reale che ha ispirato Aglie, il falso conte di Saint-Germain del ‘Pendolo di Foucault’. Tra il nostro personaggio, Pier Luigi degli Viberti, e il vero Pier Felice degli Uberti, NON C’E’IDENTITA’ TOTALE! Lei e il forum “I nostri avi” siete solo il punto di partenza, la fonte di ispirazione, da cui descriveremo l’intero universo dei falsi nobili, proprio come Umberto Eco ha fatto con gli occultisti.
5) Abbiamo sbagliato quando abbiamo scritto che, negli anni ‘20, la famiglia Ubertis ha fatto uno sforzo per essere iscritta nel “Libro d’oro della nobiltà italiana”, ma questo sforzo è fallito, a causa della documentazione insufficiente. L’errore è dovuto a una carenza di memoria da parte nostra. Questo sforzo è avvenuto negli anni ‘90 e non è riuscito: la famiglia degli Uberti è elencata nella seconda parte della raccolta, dove sono menzionate le famiglie che aspirano alla nobiltà, ma che non sono state in grado di fornire le prove necessarie.
6) Non è vero che i commenti sul nostro sito sono scritti da noi stessi. Il fatto che tra i commentatori figura Lucilla Papanti di Carrara, la sua “agente”, che ha cercato disperatamente di scoprire la nostra identità sostenendo di poterci fornire informazioni “riservate” contro di lei, dovrebbe dimostrarvi che quei commentatori sono persone diverse dagli autori degli articoli del sito.
7) È inutile insistere sul fatto che non apparteniamo a nessuna associazione o istituzione che si occupa di araldica, genealogia, ordini cavallereschi, titoli nobiliari ecc. I titoli accademici non fanno un esperto. Del resto, non pretendiamo di essere esperti. Non è necessario essere un esperto per conoscere cose tanto semplici come queste scienze ausiliarie della storia e per riconoscere immediatamente i falsi titoli nobiliari. Queste cose saltano all’occhio.
8) Un dettaglio da non trascurare: lei stesso, nell’articolo “Appunti genealogici sulla casata degli Uberti”, della rivista “Hidalguía”, nell’albero genealogico che riproduce, inizia a chiamare i suoi antenati “nobili” a partire da Giovanni Agostino, deceduto il 1-XII-1651. NESSUNO dei suoi predecessori viene definito “nobile” da lei, nemmeno il “famoso” Antonio, sposato con la “contessa” Catalina Cicugnone. Il figlio di Antonio, Giovanni Domenico, viene chiamato da lei solo “messer” e solo con il suo figlio, Giovanni Agostino, iniziano i “nobili”. Poi, proprio lei smette di chiamare “nobili” i suoi antenati, nell’albero genealogico della sua famiglia, a partire da Giuseppe Felice, sindaco di Frassineto (11-V-1746 – 21-VIII-1820), da lei stesso definito solo come “cittadino”. Non si offenda, dunque, se non crediamo né al suo titolo di nobile, né a quello di conte (una vera contessa non avrebbe mai sposato un “popolano” come Antonio Ubertis e, inoltre, lei stesso attribuisce a Bartolino Cicugnone, il padre di Catalina, solo il titolo di “nobile”, non quello di conte).
9) Nelle sue contro-argomentazioni a noi rivolte, notiamo la sua solita duplice attitudine: anche se, in generale, descrive Crollalanza come “un pover’uomo”, afferma che non era un esperto e che, nei suoi scritti, si intrecciano il vero e il falso, usa i suoi libri come argomenti, quando questi le danno ragione. Inoltre, lei afferma ora che non esisteva lo status di distinta civiltà nel Monferrato, anche se, nell’articolo citato sopra, ha scritto il contrario, con riferimento agli Uberti stessi. E così via…
10) Non vediamo l’utilità di un confronto video con lei, su Skype o altre piattaforme che offrono questa possibilità. Noi abbiamo scritto la nostra opinione, lei ha scritto la sua. I lettori sono liberi di trarre le proprie conclusioni. Non abbiamo nulla da aggiungere a quanto abbiamo già scritto. D’altronde, non possiamo fare un confronto video con ogni falso nobile che smaschereremo.
11) Non ha senso nemmeno insistere sulla nostra identità. Sa perché le informazioni private si chiamano “private”? Perché sono private. Questa moda direndere pubblico su Internet tutto ciò che ci riguarda – nome, cognome, età, località, foto e video – è assolutamente stupida, innaturale e di cattivo gusto. È una pratica aberrante, inventata dagli americani per gli adolescenti che vogliono “rimorchiare” persone del sesso opposto. Ricorda una cosa: le persone veramente serie non si espongono mai in questo modo.
12) L’identità (o la sua mancanza) non influisce sulla rilevanza degli argomenti.
13) LA COSA PIÙ IMPORTANTE: non prende a cuore le cose che abbiamo scritto su di lei! I titoli nobiliari, falsi o veri, NON HANNO NESSUNA IMPORTANZA! Sono praticamente INESISTENTI! Che cos’è un titolo nobiliare? Una semplice combinazione di lettere. Non in questo consiste il valore di un uomo. Siamo qui per discutere, per scambiare opinioni, per ridere, per scherzare, per divertirci affettuosamente, senza malizia, con tenerezza. Sia lei che il signor Gauci ci siete veramente cari! Ci dispiacerebbe sapere che avete sofferto fisicamente a causa dei nostri articoli.
Se lo ritiene necessario, invia il messaggio “Cancellate quelli articoli!”, all’indirizzo e-mail eugenio.caffarelli.1952@gmail.com, e ci conformeremo immediatamente!!!
Charles Antony Gauci, the quadruple Count